Geel/la città dei matti. L’affidamento familiare dei malati mentali: sette secoli di storia | Renzo Villa

Durante l’acceso dibattito che si svolse, alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, in seno al Consiglio provinciale di Cuneo per valutare la possibile realizzazione di un manicomio provinciale, si segnalò tra le altre una voce, quella del consigliere Michelini. Liberale e convinto sostenitore dell’idea di nazione, fattosi spesso notare per le chiare posizioni anticlericali1 e per la generosa partecipazione ai moti del 1821 2, il conte avanzò una critica radicale all’idea stessa del manicomio, in quanto luogo d’esclusione. La sua proposta, sviluppata «colla lettera diretta all’egregio dottore Parola»3, era insieme il frutto dell’esperienza di viaggiatore e di un orizzonte mentale aperto e riformista, tanto coraggioso quanto non in linea con le esigenze disciplinari dei tempi. Giovanni Battista Michelini, dopo aver visitato il villaggio belga di Geel, conobbe una modalità diversa di “curare” l’alienazione mentale e la propose alla Commissione Provinciale. Nel villaggio gli alienati soggiornavano presso le famiglie del contado «ove godono d’una libertà che non esclude le cure che esige il loro stato»4. Questa rivoluzione terapeutica aveva raggiunto una certa notorietà nel 1803, quando il prefetto del Dyle aveva deciso, dopo aver preso accordi con le autorità locali, di «trasportare a Geel i pazzi che si custodivano in Bruxelles»5. Esquirol, che visitò il villaggio nel 1821, sostenne che a Geel c’era una colonia di pazzi che si mandano da tutti gli angoli del Dipartimento e dei dipartimenti vicini. Questi infelici sono in pensione presso gli abitanti; passeggiano liberamente nelle contrade, mangiano coi loro ospiti e dormono in loro casa. Se si abbandonano a qualche eccesso, si mette loro dei ferri ai piedi, il che non li trattiene dall’uscire di casa. Questo strano traffico è da tempo immemorabile la sola risorsa degli abitanti di Gheel; non si è mai udito, che ne siano derivati degl’inconvenienti6. Leia Mais