Prometeo a Fukushima. Storia dell’energia dall’antichità ad oggi | Grazia Pagnotta

Qualunque sia la sua origine, l’energia, intesa come forza necessaria per compiere un certo lavoro, è alla base della vita. Non è quindi sorprendente che l’intera storia dell’umanità possa essere ripercorsa usando proprio l’energia come punto di riferimento. Questo è lo scopo del libro di Grazia Pagnotta, titolare dell’insegnamento di Storia dell’ambiente all’Università Roma Tre e autrice di diverse ricerche sullo sviluppo della città di Roma, in particolare sui trasporti pubblici e sulla storia industriale.

Alla fine della breve introduzione che apre il volume l’autrice spiega che il titolo, unendo il nome della località in cui è avvenuto un incidente nucleare nonostante quasi tutto fosse stato previsto per evitarlo e la figura mitica che muore per aver voluto andare oltre i propri limiti richiama la necessità per gli esseri umani di non dare nulla per scontato quando si prova a superare i confini della conoscenza. L’invito è calzante anche perché proseguendo la lettura ci si trova davanti a diversi esempi di come questa attività di superamento sia una costante nei secoli. La prima parte del volume si occupa di uno spazio temporale lunghissimo (dalla preistoria all’epoca moderna), ma è anche la più breve. In questa e nelle altre due parti a ogni fonte di energia (acqua, vento, legno e poi i combustibili fossili e l’energia nucleare) è dedicato un capitolo. Qui l’autrice illustra le prime forme di energia impiegate dall’uomo, iniziando da quella dei muscoli degli esseri umani e degli animali e passando poi all’uso dei primi mulini per sfruttare il vento e i corsi d’acqua e all’impiego del legno e del carbone di origine vegetale usati come combustibili. Pagnotta pone anche parecchia attenzione alle conseguenze ambientali di questi interventi umani sui luoghi, come nel caso delle popolazioni che abitavano Rapa Nui (l’isola di Pasqua)1.

La seconda parte del libro si occupa del XIX secolo e racconta alcuni snodi decisivi. Rispetto ai secoli precedenti entrano in gioco delle nuove fonti di energia come il petrolio, il gas e il carbone di origine fossile. Il cambiamento è profondo perché l’uomo inizia ad avere a disposizione delle riserve di energia molto superiori rispetto al passato e cerca dei nuovi modi per sfruttarle. La macchina a vapore è una delle prime invenzioni che, migliorata in continuazione tramite degli interventi tecnici descritti dall’autrice, permette di incanalare l’energia delle fonti fossili per creare movimento. È un elemento determinante per lo sviluppo della prima rivoluzione industriale ed è anche la causa di un crescente inquinamento delle città che si trovavano in prossimità delle nuove aree produttive2 . In un momento in cui il superamento del limite sembrava essere cosa abituale è interessante la posizione dell’economista William Stanley Jevons secondo cui l’aumento di efficienza delle macchine che usavano il carbone come combustibile avrebbe portato all’esaurimento della risorsa più che a preservarne i giacimenti. Jevons alla metà del XIX secolo sosteneva quindi la necessità di scegliere un modello di sviluppo più oculato per l’economia del Regno Unito che altrimenti rischiava di esaurire nel giro di pochi decenni buona parte del suo carbone, perdendo così la sua posizione di supremazia mondiale3 . Pagnotta passa poi a illustrare l’avvento del petrolio come nuova fonte energetica e i primi rischi di riduzione del mercato a un monopolio o a un oligopolio4 e poi la diffusione dell’energia elettrica e le conseguenze di queste novità, come la possibilità di avere luce a disposizione oltre il tramonto del sole e lo sviluppo di nuovi mezzi di locomozione privati come l’automobile. Viene dedicato anche un breve passaggio alla bicicletta che però al contrario dell’automobile si basa (almeno fino al recente avvento delle biciclette a pedalata assistita) solo sull’energia muscolare di chi la guida5 . L’automobile invece fornisce velocità e possibilità di trasportare altre persone e/o cose su lunghe tratte, a patto di avere a disposizione il combustibile, ottenuto proprio a partire dal petrolio, per farla funzionare. La tanta energia contenuta nei combustibili fossili sembra offrire un’infinità di strade da percorrere e insieme all’automobile si inizia a lavorare su delle macchine in grado di volare, fino alle innovazioni determinanti dei fratelli Wright che sfruttarono proprio un motore a benzina per automobile6.

Sui nuovi velivoli si chiude la seconda parte del libro e si passa alla terza sul XX secolo e sui primi anni del nuovo millennio. Seguiamo il sorpasso del petrolio sul carbone come fonte energetica più usata, anche se quest’ultimo non viene mai del tutto messo da parte ed è a lungo stato oggetto di contesa fra diversi Stati, come dimostra la storia dei conflitti fra Francia e Germania per il controllo dei bacini carboniferi del Saarland e della Ruhr almeno nei primi cinquant’anni del Novecento7 . Non è un caso che uno dei primi tasselli dell’integrazione europea realizzati poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale sia stato proprio la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), nata per evitare che si ripresentassero le tensioni dei decenni precedenti8 . Non sarebbero invece mancati gli scontri per il possesso e la gestione dei giacimenti petroliferi. Qui l’autrice ripercorre la storia delle innovazioni tecniche che modificarono le modalità di estrazione del petrolio, senza tralasciare le prime forme di organizzazione dei paesi produttori e il ruolo di personaggi come il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq che ebbe un ruolo decisivo fra il 1951 e il 1953 nella nazionalizzazione dell’industria petrolifera del suo paese, prima saldamente nelle mani dell’inglese Anglo-Iranian Oil Company. Viene dedicato spazio anche alle conseguenze degli schock petroliferi degli anni Settanta e alla sensazione che, come recitava il titolo di un famoso studio commissionato nello stesso periodo dal Club di Roma ad alcuni scienziati, ci si stesse avvicinando ai limiti dello sviluppo, inteso come un punto di non ritorno nell’aumento della popolazione umana e nel depauperamento delle risorse disponibili9 . Il Novecento è anche il secolo in cui il gas naturale, a lungo usato soprattutto negli Stati Uniti, inizia a prendere piede anche in Europa. Qui l’autrice dedica parecchio spazio alla vicenda di Enrico Mattei e dell’Eni, con i tentativi di ottenere un ruolo di primo piano a livello almeno mediterraneo nell’approvvigionamento (e anche nella produzione, grazie ad alcuni giacimenti in Italia) di energia da fonti fossili10. Il Novecento è però anche il secolo che vede l’emergere dell’energia nucleare sia per usi civili sia per usi militari che, come spiega bene Pagnotta, si trovano spesso legati dalla necessità di riprocessare le scorie del materiale radioattivo usato per produrre energia ottenendo così plutonio, utilizzabile per la fabbricazione di armi11. Pagnotta passa in rassegna i diversi tipi di reattore inventati per produrre energia nucleare e dedica spazio sia agli incidenti avvenuti all’interno di impianti nucleari sia al dibattito sull’opportunità di produrre energia nucleare in Italia12. Il volume si chiude con un capitolo su diversi tipi di energia (solare, eolica, geotermica, moto ondoso, biomasse…) e, infine, sugli scenari dei prossimi anni, caratterizzati da una sempre maggiore domanda di energie per sostenere dei consumi in crescita e dall’impatto ambientale che ne consegue.

Nel suo libro Pagnotta non propone ricerche originali, ma il lavoro di sintesi offerto è utile, soprattutto per chi vuole avvicinarsi al tema e ha bisogno di orientarsi, anche fra la letteratura già presente. Inoltre, le spiegazioni tecniche sono spesso accompagnate da illustrazioni che aiutano a chiarire i concetti espressi.

Notas

1 PAGNOTTA, Grazia, Prometeo a Fukushima. Storia dell’energia dall’antichità ad oggi, Torino, Einaudi, 2020, p. 48. L’autrice sul punto segue la tesi di Jared Diamond esposta in DIAMOND, Jared, Collasso. Come le civiltà scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2007, secondo cui gli abitanti dell’isola avrebbero negli anni consumato tutte le risorse a disposizione per alimentare il loro stile di vita e la loro religione, finendo per provocare un “ecocidio” e di conseguenza il crollo della loro civiltà. Sul tema, per avere una versione basata su delle scoperte archeologiche che portano a conclusioni almeno in parte diverse rispetto a quelle di Diamond si può ascoltare la puntata del 3 agosto 2019 della trasmissione Dalla terra alla storia di Radio3 Rai, a cura di Andrea Augenti. Qui si sostiene che il crollo della civiltà dell’isola sia stato determinato dai contatti con i primi viaggiatori europei e con le malattie infettive da loro portate.

2 PAGNOTTA, Grazia, op. cit., pp. 61-71.

3 Ibidem, pp. 73-75.

4 Sul punto può dare ancora qualche spunto interessante RONCAGLIA, Alessandro, L’economia del petrolio, Roma-Bari, Laterza, 1983.

5 PAGNOTTA, Grazia, op. cit., p. 163. Su questo punto può essere interessante ritornare alle considerazioni di un pensatore come Ivan Illich. Si veda per esempio il volume ILLICH, Ivan, Per una storia dei bisogni, Milano, Mondadori, 1981 (in particolare il quinto saggio); ID., Elogio della bicicletta, a cura di Franco LA CECLA, Torino, Bollati Boringhieri, 2006; ILLICH, Ivan, BORREMANS, Valentina, La necessità di un limite massimo condiviso, in ILLICH, Ivan, Celebrare la consapevolezza. Opere complete, vol. I, a cura di Fabio MILANA, Vicenza, Neri Pozza, 2020, pp. 693-695. Sull’automobile si può consultare il numero 32 (uscito nel 2004) della rivista Parole chiave.

6 PAGNOTTA, Grazia, op. cit., pp. 176-181.

7 Ibidem, pp. 201-209.

8 Ibidem, pp. 209-214. Per inquadrare meglio il ruolo della Ceca nella storia dell’integrazione europea si può consultare MAMMARELLA, Giuseppe, CACACE, Paolo, Storia e politica dell’Unione europea (1926-2005), RomaBari, Laterza, 2009, pp. 25-53.

9 PAGNOTTA, Grazia, op. cit., pp. 266-273. Per una critica di queste tesi si rimanda a TANURO, Daniel, È troppo tardi per essere pessimisti! Come fermare la catastrofe ecologica imminente, Roma, Alegre, 2020 (ed. orig.: Trop tard pour être pessimistes! Écosocialisme ou effondrement, Paris, Textuel, 2020), pp. 127-135 e a CANDELA, Andrea, Storia ambientale dell’energia nucleare. Gli anni della contestazione, Milano-Udine, Mimesis, 2017, pp. 50-55. Di quest‘ultimo volume si vedano anche le pagine seguenti per avere ulteriori spunti sul dibattito riguardante il tema della crescita economica e il suo impatto sull’ambiente.

10 PAGNOTTA, Grazia, op. cit., pp. 229-236.

11 Ibidem, p. 294.

12 Ibidem, pp. 338-358. Per un’analisi più ampia si rimanda CANDELA, Andrea, op. cit. Nella mobilitazione contro l’uso dell’energia nucleare ebbero una certa importanza i Comitati autonomi operai dell’area romana: per una ricostruzione delle loro attività si rimanda a CORASANITI, Salvatore, Volsci. I comitati autonomi operai negli anni Settanta (1971-1980), Firenze, Le Monnier, 2021.


Resenhista

Alessandro Stoppoloni – (Roma, 1989) è un archivista libero professionista. Si è laureato in scienze storiche nel 2015 nell’ambito del corso integrato italo-tedesco organizzato dall’Università di Bologna e da quella di Bielefeld con una tesi dal titolo Fra teoria e pratica: la psicologia politica di Peter Brückner (1966-1978). Per «Diacronie» si occupa di recensioni e cura saltuariamente le traduzioni dalla lingua tedesca.


Referências desta Resenha

PAGNOTTA, Grazia. Prometeo a Fukushima. Storia dell’energia dall’antichità ad oggi. Torino: Einaudi, 2020. Resenha de: STOPPOLONI, Alessandro. Diacronie- Studi di Storia Contemporanea, v.48, n. 4, p. 64-69, dic. 2021. Acessar publicação original [DR]

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