Viaggi coloniali. Politica/letteratura e tecnologia in movimento tra Ottocento e Novecento | Mario Coglitore

Il percorso scientifico – e letterario sarebbe opportuno aggiungere – di Mario Coglitore si arricchisce ulteriormente con una ampia ricognizione sul mondo coloniale. Viaggi coloniali, politica, letteratura e tecnologia in movimento tra Ottocento e Novecento, che fin dal titolo fa riferimento ad una pluralità di aspetti che contraddistinsero l’epoca dell’imperialismo e che risultano necessari per comprenderla, ci conduce in un avvincente cuore di tenebra1. Scandito secondo i movimenti musicali, il libro ha la capacità di farsi leggere a più livelli: lo studioso come il lettore comune trovano una materia di grande interesse per affrontare quel viaggio al termine della notte che fu il colonialismo2. I tre atti dell’opera di Coglitore costituiscono altrettanti assaggi narrati per il piacere di chi sfoglia queste pagine, costruiti in un ordine studiato che corrisponde alla visione dell’autore: dalla storia dell’irlandese Roger Casement, che non esitò a denunciare con crudezza lo sfruttamento dei lavoratori sudamericani ed africani da parte delle grandi imprese occidentali, al ben noto romanziere Emilio Salgari e all’immagine che offrì del mondo coloniale estremo-orientale senza mai muoversi di casa, ma occupando egualmente un significativo spazio simbolico, analogo in questo ad un personaggio come Jules Verne; fino alla sanguinosa storia della realizzazione da parte dei colonizzatori francesi della linea ferroviaria Congo-Oceano, esempio truce di quanto poco contassero le vite dei locali nella mente dei dominatori coloniali spesso fra loro in competizione rispetto al commercio di materie prime. Coglitore non fa sconti ai protagonisti del sistema coloniale del tempo, che presenta sotto le vesti di barbarie, in linea del resto con la vasta prevalente storiografia del settore. Collocandosi nel filone aperto in pratica ormai quarant’anni fa dal celebre libro di Edward Said, Orientalism, Viaggi coloniali passa con disinvoltura da un argomento all’altro, seguendo un filo ermeneutico ben teso dall’autore3. Forte di una propria cifra stilistica e capace di offrire un terreno di incontro di più generi e aree di ricerca con un’impostazione comune alle varie parti, Coglitore destruttura i tre capitoli del libro per ricomporli poi all’interno di un quadro assai mosso in cui combina il concetto di mobilità, reale o immaginaria, con la letteratura e con l’uso della tecnologia, ridisegnando il mondo sulla base di spazi di sfruttamento economico e sociale appartenenti all’universo culturale occidentale.

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